Armonia…

Se c’è un “Dio che è morto”, per l’uomo, il suo nome è Armonia, piacere, gentilezza, empatia.

Educarsi all’Armonia in se stessi prima e con gli altri poi, può significare produrre un cambiamento.

Perché Armonia è cambiamento, fluire, bilanciamento imponderabile ma sperimentabile.

Questa, secondo me, è l’unica fede che abbiamo perso (a dispetto di ciò che dicono i capi religiosi vari).

Quella che vediamo inconsapevole in natura e negli animali è, in potenza, conquista consapevole per gli esseri umani.

E ne basta poca (un piccolo seme di sesamo come recita uno scritto sacro), per muovere montagne.

L’illusione che per smuovere anche solo un posto di lavoro occorrano strategie, obiettivi, piani d’azioni sempre più innovativi ed efficaci, oppure soltanto …fortuna, ci tiene avvinti al perpetuarsi di oscillazioni fra la disarmonia, l’inseguimento infinito, e la “nostalgia” di un passato ancestrale, un paradiso terrestre incontaminato.

Eppure una via esiste.

Talmente semplice e delicata da essere oscurata dagli abbaglianti fuochi d’artificio della complicata società moderna.

Tutti. Ripeto tutti, e in tutto il loro organismo psicofisico, inseguono l’Armonia.

Si arriva perfino alle peggiori atrocità per cercare la pace (per poi, se va bene, scoprire che si è cercato nel posto sbagliato).

Ma pochi se ne accorgono, pochissimi cercano l’essenziale.

Eppure l’essenziale ha un potere trasformativo che supera la più fervida immaginazione umana.

E, per fortuna, Armonia non è morta (e quindi neanche Dio).

Solo l’essere umano attuale, per ora, è a rischio…