05/12/21 By Andrea

Ciò che serve è (anche) una Rivoluzione Scientifica

Non ho nulla contro le manifestazioni, né tantomeno verso il concetto di “rivoluzione”, anzi.

Come sapete credo che ciò di cui oggi abbiamo più che mai bisogno è una Rivoluzione Interiore.

Questa comporta una successiva possibilità di rivoluzionare ogni ambito Umano e Sociale, incluso quello scientifico (in questo periodo storico più preminente che mai).

E questo sta già avvenendo, da decenni.

Quindi non fatevi ingannare da chi parla di scienza evitando di parlare, o almeno di tener conto, della Filosofia della Scienza, o Epistemologia.

Chi evita lo fa o perché ignora la questione oppure perché sa che la cosa gli si ritorcerebbe contro.

Sto parlando ovviamente degli scienziati che parlano in tv o nei giornali.

I vari soldatini del “io mi fido della scienza” probabilmente non sanno neanche che che esiste una Filosofia della Scienza e di quanto sia fondamentale per non imbattersi in errori di metodo con ripercussioni nefaste (soprattutto in ambito medico ma non solo).

La cosa di per se non è giudicabile perché ognuno di noi ignora tante cose.

Ma l’arroganza e senso di “superiorità morale” celato spesso dietro quel “io mi fido della scienza” rende la cosa particolarmente fastidiosa.

Comunque…

Ecco un bel passaggio in cui si parla di Khun e di alcune sue fondamentali riflessione (fatte peraltro negli anni ’60 del secolo scorso):


“Nei periodi di scienza normale il paradigma dominante include principi teorici e la metodologia indirizza l’impegno metafisico e le possibili soluzioni ai problemi aperti.

Allorché si presentano delle anomalie, si tende a dare la responsabilità a errori tecnici, oppure a scarsa abilità da parte degli scienziati, il paradigma dominante resta immune da falsificazione, essendo dato per scontato che non vi sia ricerca che non incappi in fatti contrari all’aspettativa.

Tuttavia, quando le anomalie evidenziate da osservazioni ed esperimenti aumentano fino a minare la fiducia del paradigma, si aprono periodi di crisi nei quali gli scienziati avanzano ipotesi in contrasto con esso, nel tentativo di dare una risposta ai rompicapi emersi.

Allorché una di tali ipotesi si rafforza al punto da guadagnare la fiducia degli scienziati, dalla crisi emerge un paradigma nuovo, volta in radicale contrasto col precedente.

Si assiste allora ad una rivoluzione scientifica, ossia un cambiamento di paradigma, che comporta un ‘riordinamento della scienza’, ossia una ricostruzione del campo su nuove basi, una ricostruzione che modifica alcune delle più elementari generalizzazioni teoriche del campo, così come molti metodi ed applicazioni del paradigma.

Khun ribadisce ribadisce che questo procedimento non è cumulativo, proprio perché la scienza che emerge da una rivoluzione impone un diverso modo di guardare ai fenomeni.Il cambiamento da un paradigma a un altro è talmente profondo, da indurre l’autore a parlare di incommensurabilità fra i criteri di definizione di scienza degli scienziati nei periodi pre- e post-rivoluzionari.”


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